martedì 5 agosto 2008

Sotto assedio dell'idiozia

Mai come in questo periodo vorrei vivere in una qualsiasi grande città d'Italia, per un mesetto o poco più; per guardarmi in giro o poco più.

Qua nella splendida vallata del Senio si odono solo echi lontani (e quanto credibili?!?!?!) di quel che accade a Milano, Roma, Napoli and so on.

Città militarizzate, falangi oplite schierate e pronte; niente spazzatura,niente criminalità; città sterilizzate, pulite, sicure. Grazie a Silvio e alla sua compagine.

Era davvero così disastrosa la situazione prima?

E in 60 giorni sono davvero riusciti a fare il miracolo?

O più semplicemente, così come prima hanno plasmato adosso agli italiani la paura, ora la stanno scrostando via con il solito potente mezzo che ipnotizza un poco tutti, anche quelli che si sentono troppo scafati per cedere?

Per intanto leggo con poco piacere che il Censis aggiorna il counter di chi muore sul posto di lavoro

Si muore il doppio sul lavoro e 8 volte di più sulle strade che per omicidio.

L'istituto di cui sopra (probabilmente un subdolo e pericoloso istituto comunista) si permette un commento: «È evidente la sfasatura tra pericoli reali e interventi».

Creare sensazione attorno ad un fenomeno è gioco fin troppo facile, nel liquido del nostro disorientamento.

Usare la paura per scopi politico-economici è oramai prassi globale.

E mi viene in mente il can can fatto da certa destra, qui, nell'ameno paesello, attorno al tema "sicurezza" (dovrebbero legiferare attorno al reato di "abuso di vocabolo", secondo me), immediatamente a ridosso le elezioni del sindaco.

Molto glocal, questa pedissequa imitazione degli atteggiamenti dei politici nazionali da parte del piccolo politico di un piccolo comune; siamo tutti un po' Berlusconi, in fondo in fondo; siamo tutti molto fashion&chic.

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