lunedì 6 ottobre 2008

Il valore del lavoro

Caldamente consiglio la lettura dell'editoriale domenicale di Furio Colombo sull'Unità.(http://www.difesa.it/Sala+Stampa/Rassegna+stampa+On-Line/PdfNavigator.htm?DateFrom=05-10-2008&pdfIndex=70)

Parole dense e chiare sul rapporto imprenditore/lavorato, nel contesto di questa crisi finanziaria in gran parte dovuta a speculazioni e movimenti virtuali, ovvero, per quel che ne posso aver capito io, dovuta alla produzione non più di beni e servizi, ma di aria fritta.

Parole a ricordare a tutti quelli che "fanno impresa" che non esistono grandi generali senza soldati, che le battaglie si vincono uniti.

Che se la battaglia ce la facciamo in casa (azienda) nostra, è solo guerra civile, per cui ancor più disastrosa.

A ricordare che un manager è buono quando organizzando bene il lavoro (e quindi valutandolo una risorsa e non una zavorrra) produce utili; a ricordare che un manager non è un gran chè se non fa altro che tagliare le spese, eliminando posti di lavoro, considerando quest'ultimo solo una zavorra.

In un momento in cui la parola dipendente viene sempre più legata all'aggettivo fannullone (e questo indiscriminatamente, genericamente, superficialmente) le parole di Colombo, che non credo sia seguace di Marx o sindacalista da barricata, mettono a fuoco quel che dovrebbe essere.

Qua nessuno è contro l'impresa.

Ma l'impresa ha il dovere non solo etico ma anche economico , di non giocare la partita sola contro tutti .

Nessun commento: